| La musa ispiratrice di quattro miei romanzi si è spenta.
Albina Handler 19 gennaio 1940 - 5 aprile 2010
Una canzone per la mamma
Mia madre cercò sempre il paradiso in ogni luogo in cui visse. E non era facile trovarlo in Unione Sovietica. Non era tanto facile trovarlo in nessun luogo. Era nata dall'altra parte del mondo a Khabarovsk, vicino al confine con la Corea del Nord e in qualche modo percorse la sua strada di cinquemila miglia fino a Leningrado e nel cuore di mio padre. Undici anni più tardi, quando eravamo a Roma in attesa di entrare negli Stati Uniti, e i miei genitori uscivano ogni sera soli fra tutti a passeggiare per la Città Eterna, chiesi a mio padre perché lo facevano ed egli rispose: "Paullina, perché qui a Roma siamo nella luna di miele che non abbiamo mai fatto". Molti anni dopo, si trasferirono alle Hawaii per cercare gloria anche lì. Per mia madre non c'era via di mezzo, nessuna terra dove riposarsi, così vulnerabile, così ricca di sentimenti. Voleva che tutti i fiori fossero sempre sbocciati. Quando mia sorella e io andammo in Carolina del Nord per portare nostra madre a New York per stare tra i suoi familiari e amici, arrivammo in una casa che era riempita fino all'orlo di tutte le cose che amava. Mio padre era lì. Ora noi eravamo lì. Ogni lettera che qualcuno le avesse scritto, ogni cartolina che le fosse stata spedita era lì. Ogni foto scattata alla sua famiglia era in bella mostra nella sua casa, in una cornice splendida, spolverata, lucidata, brillante, riposta in modo preciso. Nella sua ricerca di avvenenza, di giovinezza, di bellezza, il suo bancone dei cosmetici faceva sfigurare il reparto cosmetici di Bloomingdales. Amava apparire bella, perché lei era bella... con anelli su tutte le dita e fibbie per acconciare i capelli. Tutto quello che mia sorella e io sappiamo sull'essere donne, sull'essere madri, lo imparammo da nostra madre. Quando era felice illuminava la stanza, quando cantava era come se cantassero gli angeli. Tutto quello che mia sorella e io sappiamo sull'essere cristiani, lo imparammo da una donna che amava e temeva Dio. Nella sua casa aveva icone su ogni muro e sotto candele a illuminarle e una Bibbia alla destra di ogni posto dove sedeva. Per 33 anni della sua vita in Russia portò Cristo nel suo cuore devoto, fino a quando poté liberamente pregarlo in America, potè amare Dio liberamente. Insegnò a me e a mia sorella a prendere le difese di Cristo, e come protestavamo a gran voce quando eravamo più giovani così ora stiamo a schiena dritta quando ci facciamo il segno della Croce come nostra madre ci insegnò, quando preghiamo nel modo che lei ci insegnò. Dal Vangelo di mia madre, lacerato e sopravvissuto alle intemperie, stampato ventuno anni prima che lei nascesse e che ho in mano proprio adesso, leggo le parole che lei sottolineò due volte, quindi non posso perderle, come se ancora lei stesse parlando con me delle cose che contano più di tutte. In esso, sono segnate le parole del buon ladrone che sulla Croce che ci diede la vita si rivolge al Signore e dice: помяни меня, Господи, когда приидешь в Царствие Твое! Ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno. E Gesù al ladrone timorato e pieno di fede risponde: истинно говорю тебе, ныне же будешь со Мною в раю In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso.
Credo ci sia poco da aggiungere, se non sentirsi vicini a Paullina per quest'altro lutto che l'ha colpita. Un messaggio commovente sulla vita coraggiosa della famiglia di Paullina, il suo attaccamento e l'ammirazione per la madre e da cui traspare la grande forza che le è data dalla fede cristiana.
|